Azienda Speciale Consortile: Il comune rassicura, ma il Pci e Di Benedetto non fanno sconti

Massimiliano Curcio, Assessore Piano di Zona

Come è ormai noto, la Costituzione dell’Azienda Speciale Consortile avrebbe dovuto costituirsi entro il 31 dicembre per non perdere la premialità che sarebbe stata propedeutica al fine di trovare soluzioni irrisolte, come la stabilizzazione delle assistenti sociali. Così non è stato. Nonostante gli sforzi, anche estivi, dell’assessore al Piano di Zona, Massimiliano Curcio, per fare in modo che le carte fossero pronte, la politica, non solo di Eboli ma anche quella degli altri comuni coinvolti nel processo di costituzione, non ha dato il meglio di sé.

La rassicurazione del Comune di Eboli

«Nessuna interruzione dei servizi sociali dell’ambito S3 ex S5. L’erogazione continuerà, infatti, attraverso il Piano di zona finché la costituzione dell’azienda speciale non sarà formalizzata. Siamo ormai in dirittura d’arrivo anche perché tutti gli atti formali erano pronti, compresa la bozza dell’atto costitutivo e la determina di dotazione del fondo d’ambito effettuata il 29 dicembre.

Ciò che è venuta a mancare è stata l’indicazione definitiva di tutti i membri del Consiglio di Amministrazione, per la quale la discussione in seno ai Comuni afferenti l’ambito, nel tentativo di individuare le migliori professionalità e competenze che possano dirigere l’azienda in modo efficace ed efficiente, si è prolungata più del previsto. Un problema ormai superato che ci porterà alla costituzione nei prossimi giorni, non appena all’ente capofila perverranno le indicazioni definitive, infatti, si procederà alla stipula. Per quanto riguarda la famosa premialità, non trattandosi di un termine perentorio, non appena firmato l’atto faremo comunque richiesta alla Regione Campania.

La dichiarazione di Cosimo Pio Di Benedetto

Cosimo Pio Di Benedetto, consigliere opposizione

«Ancora una volta l’incapacità di questa amministrazione danneggia la comunità.. Per mesi hanno spiegato che l’azienda speciale per i servizi sociali avrebbe dato risposte efficaci ai cittadini, manifestando la loro priorità all’obiettivo di definizione nell’anno che avrebbe portato premialita e stabilizzazione del personale.

Ebbene nella vana ricerca di trovare adeguati e condivisi dirigenti, il tempo è trascorso, tra beghe interne e mancanza di programmazione della maggioranza, e l’anno è finito senza gli atti di costituzione. Questo ennesimo fallimento incide su servizi e danni economici ma, viste le loro incapacità, non crediamo sia l’ultimo danno che faranno alla città.

La dichiarazione del Pci

Annamaria Paesano, segretario del Pci Eboli

«La mancata  costituzione dell’Azienda Speciale Consortile dei Servizi Sociali con Eboli capofila non è solo un grosso danno alla città. Il tempo utile è stato speso nell’affare  nomine e questo chiarisce quale sia il valore dato alle politiche socio assistenziali e la logica clientelare che si persegue. Il settore che può essere traino e risorsa ed alzare il livello di qualità della vita dei cittadini resta confinato ad  assistenzialismo di routine. Ma devono dare delle risposte alla città!

Lo devono dire quanto ancora dovranno attendere i dipendenti prima di essere stabilizzati e, di  conseguenza, noi cittadini avere un ufficio dei servizi sociali efficiente? Chi pagherà il danno economico per le tante famiglie in difficoltà? Quando questa città ed il vasto territorio che la vede capofila potranno avere un’offerta di servizi in grado di rispondere ai bisogni in maniera omogenea?

Fino a quando la spesa sociale sarà solo il salvadanaio per pagare le rette delle strutture socio assistenziali? Ma soprattutto quando si metteranno davvero in gioco dialogando con tutte le forze sociali, facendo rete, creando sinergie e avvalendosi, con umiltà e lungimiranza (doti che sembra proprio non gli appartengano!), di quel “terzo pilastro” che è il Terzo Settore da cui potrebbero attingere professionalità e competenze e potrebbero anche imparare due punti di partenza fondamentali: progettare e programmare? Dovrebbero chiedere scusa. E mettersi a lavorare!»

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