Moa: Il museo della memoria compie i suoi primi 10 anni

Si sono svolte lo scorso 10 settembre le celebrazioni per i 10 anni dalla nascita del Moa, il Museo che custodisce la documentazione dello Sbarco Alleato sulle Coste del Sele che avvenne nel Settembre 1943, e che la storia ricorda come “Operation Avalanche”. Il 9 settembre del 1943, 1.000 navi con quasi 200.000 militari inglesi ed americani sbarcarono sulle coste della Piana del Sele per compiere la più grande manovra militare mai compiuta nel Mediterraneo, ma anche la più grande operazione di sbarco sino a quel momento mai effettuata nella storia militare, superata soltanto, di lì a pochi mesi, dallo sbarco in Normandia. Dieci anni di iniziative di successo tutte animate dalla chiara volontà di divulgare la storia, quella storia che ha dato un volto nuovo al Mondo, partendo dalla nostra terra.

Marco Botta, Presidente Moa

Intervista a Marco Botta presidente Moa

Dieci anni di Moa, un importante traguardo che dà lustro a tutta la città di Eboli. Lei è il fondatore del Museo dell’Operation Avalanche. Guardando a ritroso, quali sono le tappe più importanti di questo percorso?

«Sicuramente la tappa più importante, in ordine cronologico, è la fondazione del MOA, 9 settembre 2012. Data memorabile poiché abbiamo concretizzato un’idea e siamo stati i primi, scrivendo la Genersi di quello che oggi rappresenta l’Operation Avalanche. Altra tappa importante è quella del 10 settembre prossimo, nella quale festeggiano i 10 anni di fondazione del Museo».

Quali sono gli obiettivi raggiunti fin qui?

«Il MOA oggi è un Museo ma anche un grande contenitore di eventi e questo grazie alle numerose collaborazioni che orbitano intorno e, la più importante, braccio armato delle numerose iniziative, è l’associazione Mo’Art la cui direzione artistica è affidata al dott. Luigi Nobile».

Il Moa è un museo dinamico che ospita mostre, eventi musicali e teatrali. Ha salvato l’estate ebolitana appena trascorsa, molto sottotono, e probabilmente avrà un ruolo centrale anche in autunno. Secondo lei l’amministrazione comunale in che modo può intervenire per potenziare il Museo affinché diventi un vero e proprio centro di aggregazione per i giovani, sempre meno coinvolti nella vita sociale della città?

«Con l’amministrazione comunale, ed altri cinque comuni della provincia, stiamo ultimando i preparativi dell’Avalanche Day”. Una serie di appuntamenti per ricordare lo sbarco degli alleati del 43 sulle coste salernitane. Tre sono gli appuntamenti: 10 settembre – 8 ottobre alle ore 19.00 al MOA, 9 ottobre, grande evento di chiusura in piazza della Repubblica. Quest’ultimo rappresenta, con certezza, uno dei più grandi eventi organizzati dall’Amministrazione comunale e dal Moa».

C’è stato un momento in questi dieci anni in cui ha pensato di gettare la spugna? Se si, cosa l’ha spinta ad andare avanti?

«Gettare la spugna? Ci ho (abbiamo) pensato numerose volte, soprattutto quando, girandoci indietro, abbiamo visto il vuoto, nessuno che ci seguiva, ma abbiamo continuato caparbiamente la nostra opera con molti sforzi. Sono certo che questa amministrazione si renderà disponibile al fine di concretizzare idee e risolvere problemi che da anni sono irrisolti».

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