Musulmani della Piana del Sele celebrano il Sacrificio di Abramo

Di Thierno Birahim Diop

Alle prime luci dell’alba di sabato mattina, la comunità musulmana della Piana del Sele si è riunita in preghiera per celebrare la “Festa del Sacrificio di Abramo”. In arabo è conosciuta come Eid-Al Adha عيد لأضحى , ed è la festa celebrata ogni anno nel mese lunare di Dhū l Ḥijja, quando ha luogo il pellegrinaggio canonico a La Mecca.

In molti Paesi africani, come in Senegal, prende il nome di Tabaski.

Da qualche anno, le amministrazioni comunali concedono di buon grado e nel pieno rispetto delle norme vigenti ampi spazi per consentire ai fedeli di riunirsi una preghiera comune. E’ bene infatti ricordare che la religione musulmana è una religione, come quella cristiana ed ebraica, definita Abramitica perché nasce da Abramo, figura comune alle tre religioni.

In effetti, la festa del sacrificio di Abramo ha origine da un passo comune sia alla Bibbia, nel Libro della Genesi, che al Corano.

Ovvero si rievoca il momento in cui Abramo, obbediente a Dio, stava per sacrificare il proprio figlio. Dio constatando la fedeltà di Abramo sostituì il bambino con un agnello restituendo il figlio al padre.

Così le preghiere di rito sono cominciate alle 6.30 dello scorso sabato qui in Italia, ma, ad esempio, in Senegal si è potuto festeggiare solo ieri mattina, domenica. Tutto dipende sempre dalla luna. La comunità musulmana si è riunita in preghiera davanti allo stadio Pastena di Battipaglia e davanti al piazzale antistante al Palasele.

Si festeggia l’obbedienza, ma anche la misericordia di Dio. Il sacrificio di Abramo non è altro che il simbolico gesto dell’uomo che rimette a Dio ogni cosa , rinunciando all’egoismo e quel legame morboso alle cose che non sono proprie e che sono solo e sempre un dono di Dio.

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