Un calcio alla cultura o cultura del calcio. E’ danza fra le incertezze.

Di Cosimo Parisi

Eboli – Danza e sport. Sport e teatro. Ormai il Palasele, l’abbiamo capito, è il luogo della discordia: un pomo buttato a caso sul tavolo permanete della cultura con su scritto “Alla più bella”. Tanto bastò per scatenare la guerra di Troia.
Dopo la pessima gestione, secondo gli organizzatori degli eventi di danza, per le concessioni del palazzetto tra i campionati di ballo e gli eventi calcistici, l’attuale amministrazione dovrà affrontare un ulteriore grattacapo.
La questione questa volta pesa tutta sugli eroi del calcio a cinque, guidati dal valoroso Mister Samperi e, come per effetto boomerang, ritorna tra le mani degli amministratori locali, così come capitato per le gare di danza.

Dopo le grandi prestazioni ottenute nella prima fase della Champions League, in Lituania, la Feldi Eboli è tra le sedici migliori squadre d’Europa. Un risultato storico. Eppure la storia, quando viene scritta dagli eroi, prevede il riconoscimento e l’omaggio per l’impresa compiuta. Una medaglia, una festa in piazza, un poema epico, una poesia.

Ma i nostri eroi, i ragazzi della Feldi, cresciuti tra sudore e sacrificio, non hanno certi vezzi. Sarebbe bastato un “Bravi ragazzi. In bocca al lupo per il prosieguo ad Aversa”, magari in aula consiliare. Che conta? Certo, nulla. Il valore si mostra nel campo, con gioco, intelligenza, strategia, concentrazione e goal, tanti goal. Una foto insieme alla città, in un momento dedicato tutto alla passione per lo sport, ci avrebbe uniti, ci avrebbe fatto sentire orgogliosi di essere ebolitani. Lo sport è appartenenza. E’ stato ribadito anche ieri, più e più volte, in aula consiliare.

Ma mentre i giovani di un tempo danno il meglio di sé parlando ai giovani di oggi con il microfono in mano, pontificando su tavoli e progetti che tra mesi, se non anni, si trasformeranno in cantieri che forse si concluderanno tra tre generazioni di giovani, non sarebbe stato più semplice cominciare a depositare la prima pietra con un applauso collegiale? Sappiamo quanto siano importanti le prime pietre. I nostri politici, pure quelli regionali, ci hanno fatto carriera sulle prime pietre.

E così, il fato ha voluto che il pomo si fermasse, senza ombra di dubbio, sullo spettacolo teatrale Notre Dame di Paris. E come dar torto alla società che gestisce gli eventi, che tra l’altro ha dovuto rimandare già un paio di volte l’evento, all’assessore al ramo, alla compagnia teatrale? Il mondo della danza denuncia. La Feldi rimane concentrata e prepara gli zaini per emigrare verso il PalaJacazzi, non è una parolaccia, di Aversa.


È brutto quanto una guerra tra poveri. Danza, sport e spettacolo si ritrovano a far braccio di ferro per occupare un posto. La città ha bisogno di tutto. la città non vuole scegliere. La città non deve più essere costretta al meno peggio. Tutto. la città merita tutto il buono che c’è. La politica deve spingere sull’acceleratore e trovare soluzioni. Quali? Magari un semplice calendario, quello che a fine anno regalano nei supermercati, sarebbe potuto bastare.

Le dichiarazioni di Massimo Giusti

«Da Ebolitano e tifoso, vedere uscire dall’urna della UEFA «Citta di Eboli» è motivo di orgoglio e appartenenza. Grazie al nostro immenso Presidente Gaetano Di Domenico che con tanti sacrifici ha portato il nome della nostra città in Europa. Il sogno continua. Tutti Insieme. Chiedo al sindaco e a tutta l’amministrazione di non privarci dell’appuntamento che abbiamo con la storia. E’ impensabile non giocare al Palasele. Tra l’altro, questo avrebbe anche una notevole ricaduta economica sul nostro territorio».

Tutti in piedi Signore e Signori. Arrivano le volpi. Applausi tutti per voi.

Forza Ragazzi.


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