Fascia Costiera: Cercansi equilibro e armonia

Di Cosimo Parisi

La stagione balneare ebolitana è stata un fiasco, devoto alla più totale improvvisazione. All’ingresso di Eboli, svetta su un pannello pubblicitario, un 6×3, la foto della marina di Eboli. L’azzurro del cielo si confonde con quello del mare. Il verde della pineta impreziosisce l’immagine come il più lucente degli smeraldi. «L’equilibrio della natura in una armonia di colori».

La realtà è ben diversa. Ciò che realmente accade sulla nostra costa è ben diverso e, forse, questa pubblicità andava risparmiata.

Legalità.

Incamminandoci per raggiungere la fascia costiera, dopo aver oltrepassato un mare di serre, situazione ormai sfuggita di mano, ci appare davanti agli occhi quella che, progettata come una pista ciclabile, in realtà, assomiglia più ad una linea di confine con una zona di guerra. Con tanto di posteggio, anche nelle ore diurne, di chi pratica il lavoro più antico del mondo. Le attività commerciali, miraggi scomposti, sono lasciate nel degrado totale.
Superando la pista si arriva all’ingresso dei varchi di accesso per le spiagge libere, molti dei quali, ancora oggi, risultano chiusi. Gli unici varchi aperti sono quelli per l’accesso agli stabilimenti privati. Altra situazione di conflitto tra concessioni private e libere nel nostro territorio.
Oltrepassato l’immaginabile, poco dopo il posteggio con organizzazioni abusive, posti auto arrangiati a discapito della flora, arriviamo alla seconda tematica.

Inclusione

Volutamente non sposto la discussione sugli stabilimenti balneari, potrei risultare antipatico, ma onesto. Inammissibile, che sulla costa più lunga dell’intero territorio salernitano non vi si trovi una spiaggia libera “off-limits” ben attrezzata. L’egoismo dei bipedi nel 2022 non ha freni, ma d’altronde, in una città per niente inclusiva non poteva avere alcuna speranza il “mare nostrum”. Dopo legalità e inclusione, scendendo dall’auto, si manifesta un’altra tematica.

Ambiente

Ai nostri occhi subito appare evidente l’inquinamento nella pineta e nelle spiagge. Si capisce subito che non è mai stato avviato un piano spiagge. Il MAI è una constante delle amministrazioni che si sono avvicendate negli anni. Le spiagge libere fungono da deposito di detriti e spazzatura. La pineta è deturpata ma ben pubblicizzata con spot una tantum, tanto per … in realtà è costantemente abbandonata. Totalmente. Che Dio salvi le associazioni e i volontari. Senza di loro non avremmo né mare né manifesto.


Quanti comizi elettorali dovrà subire ancora la nostra costa per arrivare alla vera legalità, alla vera inclusione e alla reale tutela dell’ambiente?
Circa 25 anni fa, un ex-sindaco avviò un’azione forte di legalità e riqualifica dell’intera area. Tutto fu bloccato per capricci politici e azioni da parte della magistratura. A noi resta l’amaro in bocca e la rabbia dentro gli occhi.
A mani congiunte, preghiamo San Master plan. Chissà se i nostri nipoti potranno credere al cartello che recita «L’equilibrio della natura in una armonia di colori», imboccando la via del mare? Quando accadrà il manifesto sarà sbiadito.

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