Operazione Avalanche: impossibile dimenticare

Di Vincenzo Marsilia

Il 2 febbraio prossimo, fra una manciata di giorni, ricorre l’ottantesimo anniversario della resa nazista a Stalingrado, una tappa fondamentale di quella grande, terribile epopea che fu la seconda guerra mondiale. La successiva sconfitta tedesca a Kursk, nell’agosto successivo, diede inizio al lungo ripiegamento verso ovest dell’armata hitleriana, fino al suo annientamento a Berlino, nel 1945.

Ma vi sono anche, in quel decisivo 1943, lo sbarco alleato in Sicilia del 10 luglio (che porterà alla caduta del Fascismo) e quello del 9 settembre, sulle coste del golfo di Salerno. Proprio quest’ultimo, “l’Operazione Avalanche”, si rivelerà aspro e difficile per l’efficace reazione tedesca e verrà, in questo anno anniversario, adeguatamente illustrato nel suo svolgimento, oltre che commemorato con una serie di interessanti iniziative. 

L’iniziativa

Di queste si è discusso qualche giorno fa, in un incontro nella Sala consiliare di Eboli, con la partecipazione dell’Amministrazione civica e di rappresentanti delle forze politiche e culturali cittadine. Per alcuni eventi, come la mostra sulla 45a divisione americana (che ha svolto un ruolo decisivo per reagire al contrattacco tedesco) ha dato un’anticipazione lo storico Giuseppe Fresolone, ma vi saranno altre manifestazioni da definire nelle prossime settimane.    

Saranno indubbiamente contributi di spessore e interesse per i molti cittadini che vi parteciperanno, ma qui si inserisce una mia personale riflessione: quanto di queste “narrazioni” giungerà ai più giovani, agli adolescenti che ancora frequentano la scuola? E quanto essi sono stati già informati e resi sensibili a recepirne l’importanza? Perché è ben noto che la frequentazione della storia recente non occupa un grande spazio nella formazione culturale delle giovani generazioni. A ben vedere non è neanche storia recente (siamo quasi ad un secolo di distanza) ma vi si narra di Fascismo, Resistenza, instaurazione della Repubblica e della Carta Costituzionale, che ancora suscitano diffidenza in buona parte della classe docente. Temi vicini alla politica, di cui è opportuno non occuparsi troppo da vicino, stazionando prudentemente dalle parti di Curtatone e Montanara e spingendosi non troppo oltre il 1918, l’anno glorioso della vittoria…

Si riflette in questo atteggiamento, e nelle conseguenze che ne sono derivate, la diffusa disinformazione e la sostanziale indulgenza sul Fascismo, sulla sua natura totalitaria e liberticida, le sue scelte sciagurate e distruttive per la nazione. E allora, dopo altri interventi, verso la fine dell’incontro in Comune, mi è venuta spontanea una provocazione: «A settembre portiamo, a gruppi, gli studenti al cimitero militare alleato di Pontecagnano. Vedranno centinaia di lapidi bianche allineate su un prato (sono 1851), le tombe dei nostri nemici in quella orribile guerra. Sono i giovani americani, inglesi, indiani, neozelandesi, venuti qui a morire per riportarci quella libertà  che avevamo consegnato nelle mani di un dittatore nefasto e sconsiderato».

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