Salerno, presidio CGIL e FLAI contro lo sfruttamento nei campi: “Il lavoro non può più aspettare”

Salerno, 23 maggio 2025 – È una denuncia che torna a farsi voce, una ferita sociale che continua a sanguinare sotto il sole delle campagne salernitane. Lunedì 26 maggio, dalle 10 alle 12, la CGIL di Salerno e la FLAI CGIL scenderanno in presidio davanti alla Prefettura per denunciare, con fermezza e numeri alla mano, la vergogna dello sfruttamento nei settori agricolo e agroalimentare. Un gesto di resistenza civile contro l’indifferenza.

Nel silenzio dei campi e dei magazzini, si consuma quotidianamente una realtà fatta di turni massacranti, paghe da fame, contratti fittizi o del tutto assenti. Un’economia agricola che si regge, troppo spesso, sul lavoro sommerso di migranti ricattati da un permesso di soggiorno e da un alloggio precario, dentro un sistema che produce profitto sulla pelle di chi non ha voce.

A fornire la misura di questa emergenza sono i dati del Bollettino Metes 2024, elaborati sulla base delle ispezioni dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro. In provincia di Salerno, il 59,5% delle aziende agricole controllate risulta irregolare. Una percentuale che cresce nei casi di appalti e subappalti, dove si sfiora il 77%: qui la frammentazione delle responsabilità diventa terreno fertile per l’illegalità.

«La Legge 199 del 2016 offre strumenti importanti per contrastare il caporalato, ma resta inapplicata senza una reale volontà di vigilanza sul territorio – spiega Alferio Bottiglieri, segretario generale FLAI CGIL Salerno -. Serve uno Stato che si faccia sentire con più ispettori, più prevenzione, più coraggio. Non possiamo accettare che chi lavora 12 ore nei campi venga pagato per la metà delle giornate. È una truffa, una vergogna nazionale».

Con l’estate alle porte, il rischio diventa ancora più grave: temperature che superano i 40 gradi, carenza di manodopera regolare, una filiera produttiva che spinge verso l’illegalità. «Senza tutele – avverte Bottiglieri – assisteremo a una fuga dalle campagne. I giovani non sono disposti, a giusta ragione, ad accettare questa precarietà».

“Chi trova il coraggio di denunciare, spesso viene lasciato solo – denuncia Antonio Apadula, segretario generale CGIL Salerno -. Il presidio del 26 maggio è un atto di resistenza, è la voce di chi non si rassegna. Chiediamo un piano straordinario per il lavoro nero, trasparenza nella filiera agroalimentare, un freno agli appalti al ribasso e, soprattutto, che il Prefetto riceva una nostra delegazione per discutere di proposte operative concrete”.

La richiesta è chiara: riportare al centro della scena politica il tema del lavoro dignitoso.

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