Sarno: venticinque anni dall’alluvione che sconvolse per sempre le nostre vite

Di Laura Naimoli e Mariaconcetta Piccininno

Era il 5 maggio del 1998. La terra era una spugna che non poteva più assorbire nulla. La nostra terra, la provincia di Salerno, venne colpita da una pioggia incessante, durata settantadue ore. Le lancette dell’orologio segnavano le due del pomeriggio quando oltre 140 frane si abbatterono sui comuni di Quindici, Bracigliano, Siano, San Felice a Cancello, Sarno e altri centri del salernitano e del napoletano, riversando oltre 2 milioni di metri cubi di materiale. A perdere la vita furono 160 persone, 137 delle quali solo a Sarno. Centinaia i feriti, migliaia le persone senza casa.

Il coordinamento della protezione civile provinciale era concentrato nei comuni di Bracigliano, Quindici e Siano. Su questi territori venne disposta l’evacuazione alle 17.30. A Sarno, invece, non scattò alcuna misura per la popolazione e, intorno alle 18, ebbe inizio una delle tragedie più pesanti mai affrontate dal nostro Paese. «In termini di vittime, Sarno è il più grave disastro idrogeologico che colpisce l’Italia negli ultimi 50 anni, dopo il Vajont nel 1963 e Stava nel 1985» – così venne scritto nel rapporto pubblicato sul sito del Dipartimento della Protezione Civile nazionale.

Alle ore 20 una gigantesca onda, alla velocità di 50-60 chilometri orari, travolse persone, case, automobili. La tragedia fu talmente devastante da commuovere l’Italia intera. Da ogni regione dello stivale arrivarono aiuti e soccorsi impegnati nell’assistenza dei sopravvissuti e nelle ricerche dei dispersi. Le attività di ricerca e soccorso si conclusero l’8 maggio con il salvataggio di un ragazzo sepolto nel fango, l’ultimo dei sopravvissuti alla catastrofe.

Dopo questa sciagura, fu istituito il Decreto-Legge n. 180 del 1998, più noto come “Decreto Sarno”, diventato Legge n. 267 del 3 agosto 1998, che determinò una decisiva accelerazione sia delle attività di perimetrazione delle aree a rischio idrogeologico, sia del potenziamento delle reti di monitoraggio e sorveglianza.

«Era l’inferno – racconta Vincenzo, un sopravvissuto -. Le colate di fango travolsero ogni cosa trovassero lungo il loro cammino».

L’anniversario

In occasione del 25esimo anniversario di questa tragedia, la Protezione Civile della Regione Campania, insieme con la Prefettura di Salerno, il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco e il Comune di Siano ha organizzato, oggi 3 Maggio a Siano, una esercitazione per testare la risposta del sistema di protezione civile rispetto ad una allerta meteo con criticità idrogeologica di livello giallo e poi arancione.

Sarà una giornata dedicata alla memoria ma anche ad accrescere la consapevolezza del rischio.

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