Bretella Eboli – Agropoli: arriva il no di Legambiente

In merito all’assemblea pubblica del 10 gennaio indetta dal Comune di Eboli sul progetto Anas della bretella tra Eboli e Agropoli. L’aspetto che più ci lascia interdetti è la consapevolezza che l’opera che si intende realizzare si inserisce in un contesto naturalistico di elevato pregio. Sono infatti presenti vincoli paesaggistici, naturalistici, antropici, ambientali e idrogeologici:


Area Unesco
Siti archeologici
Area Parchi
Area ZPS
Area SIC
Ara Militare


Tuttavia si propone un progetto che prevede la costruzione di una strada a scorrimento veloce, di fatto parallela ad altre strade già esistenti, che potrebbe dare beneficio soltanto a Capaccio ed Agropoli. Questa strada partirebbe dallo svincolo A2 di Eboli e, attraversando la nostra zona rurale e la piana del Sele senza imbocchi né uscite per la nostra città (la prima uscita a Paestum), arriverebbe ad Agropoli.

I motivi del «No»

Per quanto ci riguarda pensiamo sia un’opera non necessaria che andrebbe a deturpare un territorio già più volte ferito e che comunque non risolverebbe il problema del traffico sulla S.P. 30 e sulla S. S. 18 che, ricordiamo, non è presente soltanto nei mesi estivi. Riteniamo, invece, sia più opportuno investire nel potenziamento e nella messa in sicurezza della rete viaria esistente e portare a termine le opere sospese da decenni.

Non abbiamo bisogno di un’altra opera che tagli a metà la nostra zona rurale. Porterà soltanto disagi e disservizi alle numerosissime aziende agricole e commerciali del territorio. Piuttosto sarebbe utile da parte degli organi competenti realizzare il potenziamento di corse di bus e treni affinché chi si dirige nel Cilento per vacanza possa farlo utilizzando mezzi pubblici facendo diminuire inquinamento e traffico.


Abbiamo bisogno di una pianificazione territoriale che tenga conto delle reali esigenze dei cittadini che la abitano creando per loro servizi di mobilità sostenibile che ci porti ad essere cittadini europei orientati ad essere partecipi di quella transizione energetica di cui tanto si parla ma di cui non si riscontra nessun indizio in progetti di tale natura che vanno in direzione completamente opposta.

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