Parco Fusco-Pesce: Un mostro a lunga conservazione. Basta.

Di Cosimo Parisi

Comune, privati e cittadini, salvi a metà. E’ stato necessario protocollare denunce, scrivere sui social per ottenere lo sfalcio nel Parco Fusco – Pesce, ma il diserbo no. Era troppa grazia. Il risultato è alquanto mediocre. Eppure, la problematica persiste e resiste 365 giorni l’anno, campagne elettorali comprese.


Responsabilità gravi vanno di certo attribuite agli amministratori che si sono susseguiti negli anni e ai privati, senza escludere una ridotta fetta di cittadini che usa la zona come discarica personale. Da più di 50 anni non solo i cittadini che costeggiano il parco si ritrovano prigionieri di miasmi, roghi, topi e insetti vari, ma sono prigionieri anche bambini e dipendenti dell’asilo nido comunale. Inammissibile che il fiore all’occhiello per la prima formazione in città si ritrovi in mezzo ad una selva oscura. Questo terreno fu riscattato dal comune per favorire la costruzione proprio della struttura dedicata ai piccoli cittadini.


Banale anche portare avanti la teoria cittadina di un’acquisizione dell’intera area da parte del comune di Eboli. Impossibile. Il comune non può ricoprire l’enorme spesa economica e burocratica che ne comporterebbe. Può però, attuare, una volta per tutte, dei tavoli di lavoro, anche a lungo termine, per sanare questo disastro ecologico e burocratico, dando una forte spallata alla riqualificazione urbana.


Tutti conosciamo i vari problemi che riguardano la burocrazia e le diatribe tra proprietà e comune, ma ad oggi, l’intera area pretende un tavolo di lavoro per un risanamento urbanistico ed ecologico. Le idee non mancano. Smettiamola di adattarci a situazioni sbagliate e ingiuste. Rimbocchiamoci le maniche. Continuando su questa strada corriamo il rischio di morire dentro i nostri diritti.

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