Pnrr, Adelizzi (Ipf): Attuare Piano significa crescita per il Paese.

«Sostenere questo decreto significa sostenere la ripresa economica stimolare la transizione ecologica e digitale, contrastare le diseguaglianze territoriali e favorire un cambiamento strutturale della nostra economia». Queste le parole pronunciate in Aula alla Camera da Cosimo Adelizzi, deputato di Ipf, durante la sua dichiarazione di voto finale sul decreto Pnrr. La prima del deputato salernitano dagli scranni del Gruppo parlamentare ‘Insieme per il futuro’. Il nuovo gruppo politico è nato dalla scissione di oltre 60 parlamentari del Movimento 5 Stelle, con il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, primo della fila. Il decreto in esame, approvato oggi in via definitiva, è uno strumento fondamentale nel conseguimento di obiettivi importanti quanto strategici.

Il decreto mira a ridurre il gap Nord/Sud

«Un punto che mi sta particolarmente a cuore da campano – ha continuato Adelizzi- è quello relativo ai fondi riservati al Mezzogiorno. Uno stanziamento di risorse davvero rilevante che potrà essere fondamentale per ridurre, finalmente, il gap attualmente esistente tra le diverse aree del nostro Paese. Garantiremo tutto il sostegno possibile alle amministrazioni territoriali e a tutti gli altri soggetti coinvolti nella realizzazione del Piano. Vigileremo affinché non ci siano ingerenze che possano in qualche modo danneggiare la realizzazione dei progetti e, in sostanza, la ripresa economica dei nostri territori».


Adelizzi affronta la questione sanitaria.

«Nel testo in esame assume una forte rilevanza l’istituzione del ‘Sistema nazionale di prevenzione salute’ dai rischi ambientali e climatici. Si definisce inoltre un nuovo modello organizzativo, dove assumono un’importanza strategica l’assistenza e la medicina territoriale».

Pnrr per la scuola

Particolare attenzione è stata, poi, riservata alla comunità scolastica, pilastro portante della società che si rinnova guardando al futuro.

«L’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza impone quotidianamente la ricerca di soluzioni, che puntino ad innalzare la qualità dell’insegnamento a tutela del diritto allo studio di studentesse e studenti. Bisogna aprire le porte ai giovani, rendere attrattiva la professione di insegnante. I nostri insegnanti sono i meno pagati in Europa; questa maggioranza ha lavorato per far sì che non venissero ulteriormente penalizzati, ma c’è ancora molto da fare. Occorre cambiare il punto di vista quando si affronta il tema dell’istruzione. Mettersi nei panni di ragazze e ragazzi, guardare con serietà e fiducia al loro futuro. Saranno la nuova classe dirigente del Paese. Ecco perché in ogni intervento, già a partire da questo decreto, l’obiettivo è e sarà quello di fornire risposte adeguate ai bisogni di formazione degli studenti, avendo chiari due principi portanti: qualità e merito», conclude Adelizzi.

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